Fare Open Innovation: il caso Siemens / IOOOTA

Nel novembre del 2019, allo Smart Building Expo di Milano, è stato presentato un prodotto nato dalla collaborazione di una startup e di una grande azienda.

Si tratta di una piattaforma per la gestione vocale degli ambienti intelligenti, e rappresenta un caso interessante - e tutto italiano - di Open Innovation.

Ecco la storia completa, raccontata in prima persona da Roberto Pagani, Head of Business Development in Siemens e da Luca Degli Esposti, CEO di IOOOTA Srl.

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I protagonisti

Roberto Pagani ci accoglie in Casa Siemens, l’avveniristica sede milanese di Siemens che, in un’area complessiva di 32 mila metri quadri, massimizza il proprio autoconsumo di energia grazie a una microrete intelligente.

 “Siemens è una multinazionale presente in tutto il mondo”, ci racconta, “fondata nel 1847, contribuisce con le proprie tecnologie alla trasformazione digitale dell’energia, dell’industria, delle infrastrutture e della mobilità. Da sempre, si è contraddistinta per la capacità di ideare e sviluppare, portando sul mercato, nuovi prodotti e soluzioni. È di Siemens, per esempio, la prima ferrovia elettrica al mondo. Contribuire all’innovazione è una caratteristica fondamentale della nostra azienda. È una sfida continua ed estremamente stimolante.” 

Luca Degli Esposti invece lo incontriamo online, in video chat, poco prima che si immerga in un consiglio di amministrazione, durante il quale relazionerà i progressi della startup al nutrito gruppo di investitori. 

Ci parla di IOOOTA: “Siamo una startup innovativa che si occupa di IoT e che si rivolge principalmente ad una clientela business”. Offre Jarvis, una soluzione Paas (Platform as a service) di Smart Building che permette di far dialogare, tra loro e con vari servizi in cloud, i diversi oggetti e gli impianti HVAC presenti in edifici civili, industriali e commerciali portando efficientamento energetico, comfort, automazione e controllo tramite app mobile, web e voce. “Siamo un gruppo di 8 ragazzi under 40, che lavora a Bologna dall’inizio del 2016”.

La tipologia di collaborazione

Per chiarire il contesto all’interno del quale si è svolta la collaborazione, possiamo partire dalla definizione di Open Innovation proposta da Chesbrough.

Concettualmente, si tratta di un approccio all'innovazione più partecipativo e più decentralizzato, basato su un dato di fatto: oggi le conoscenze sono distribuite e nessuna azienda può innovare efficacemente da sola, senza aprirsi all’esterno.

Le attività di Open Innovation possono essere molto diverse fra loro: si va dal crowdsourcing, all’acquisizione di startup, alle Call for Ideas. Ed anche i modelli che cercano di catalogare queste diverse attività sono molto diversi fra loro. 

Ma, se non esiste ancora un riferimento definitivo, come possiamo inquadrare con più precisione la collaborazione fra Siemens e IOOOTA?

Visto che a noi di Corporate Innovation interessa in modo particolare indagare le relazioni fra le grandi aziende ed il loro mercato, abbiamo utilizzato un framework che può aiutare i nostri lettori a comprendere i tanti pregi di questo caso, senza omettere il fatto che il focus dell’iniziativa è sulla Tecnologia e non sul Mercato.
Abbiamo quindi utilizzato un particolare inquadramento - spiegato in dettaglio in questo articolo - che organizza i diversi tipi di Open Innovation intorno a due assi principali: il livello di inclusione, e l’obiettivo.

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La prima dimensione, in questo approccio all’open innovation, è rappresentata dal livello di inclusione. Definisce il gruppo di persone da includere nell’iniziativa e può variare drasticamente in base alla sensibilità delle informazioni condivise e al livello di conoscenza necessario a creare valore. Questa dimensione può essere suddivisa in quattro segmenti: intracompany, intercompany, for professionals e publicly open.

La seconda dimensione è rappresentata dall'obiettivo. È ciò che l’azienda intende raggiungere, quale area dell’attività vuole migliorare.

Questa dimensione può essere suddivisa in quattro segmenti: insight, R&D, marketing e talent.

In questo caso, si può parlare di Open Innovation con un livello di inclusione Intercompany, e con obiettivo R&D. Vediamo i due concetti separatamente.

Intercompany: ovvero “interaziendale”, significa che le informazioni e le attività sono condivise con una società esterna. Si tratta di creare delle relazioni simbiotiche, in cui tutti i partecipanti possano raccogliere i benefici del progetto comune, senza "calpestare i piedi degli altri".

R&D: ovvero Ricerca e Sviluppo, significa che l’obiettivo dichiarato dei player è quello di elaborare nuovi asset  - generalmente di tipo tecnologico - che possano nel tempo costituire un vantaggio competitivo per tutti i partecipanti.

Il contesto: l’arrivo delle interfacce vocali

L’affermazione dei protocolli vocali è, secondo molti, il prossimo passo nell’evoluzione delle interfacce. Un passo che renderà la comunicazione uomo-macchina molto più naturale per l'utente.

Il trend è fra i più forti degli ultimi anni: nel 2019 il 60% degli utenti di smartphone ha provato la ricerca vocale almeno una volta, ed in termini di quota di mercato, la spesa dei consumatori tramite assistenti vocali dovrebbe raggiungere il 18% entro il 2022.

Questo avrà, molto probabilmente, un forte impatto sul modo in cui gli esseri umani interagiscono con la tecnologia, e non potrà che coinvolgere anche il mercato degli Smart Building, nel quale sia Siemens che IOOOTA operano.

Roberto Pagani ha una visione abbastanza chiara sul tema: “il fenomeno voice - e più in generale quello degli smart building - rappresenta un cambiamento fondamentale nell'economia digitale. Probabilmente si ripeterà un pattern già visto: le aziende che hanno abbracciato presto la rivoluzione digitale sono adesso molto avanti rispetto ai loro concorrenti. Allo stesso modo, le aziende preparate ad investire immediatamente nella tecnologia vocale, potranno guadagnare una quota di mercato interessante”.


In un mercato che si muove ad una velocità incredibilmente alta - si pensi soltanto a quanto Google ad Amazon stiano spingendo sull’acceleratore, in questo campo - un fattore fondamentale per tutti i player diventa il timing di entrata nel mercato. Ed è proprio sotto questo aspetto, che va intesa il progetto di cui stiamo parlando.

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Passato, presente e futuro dell’iniziativa

Le radici di questa promettente collaborazione sono piantate nella Call for Ideas che Siemens ha fatto nel 2017.

Inizialmente infatti, l’azienda ha investito sulle sue importanti risorse interne, chiamando i suoi dipendenti a proporre idee per nuovi servizi e prodotti e  strutturando un percorso di selezione di quelle più promettenti.

In questa fase, le idee erano poco più che “parole chiave” e non erano ancora state tradotte in un modello di business completo.

Pagani prosegue con il racconto: “L’azienda ha quindi formalizzato il suo interesse per una di queste parole chiave - smarthome, smartbuilding - in un Reverse Pitch, ovvero un evento in cui ha proposto a più di 100 tra le startup più promettenti a livello europeo un piano aziendale da affrontare insieme”. 

Per la competizione finale, tenutasi a Milano a fine 2018, era stata selezionata anche IOOOTA, che nel frattempo aveva già sviluppato Jarvis, una piattaforma IoT proprietaria. La startup è riuscita a risultare particolarmente credibile agli occhi di Siemens, tanto da aggiudicarsi il contest internazionale ed il premio per il progetto “Sistema integrato per Smart Home”.

Il primo frutto di questa collaborazione si è visto nel novembre del 2019, allo Smart Building Expo di Milano.

Siemens ha presentato un termostato intelligente, in grado di eseguire comandi vocali e di interfacciarsi con il sistema di data management dell’azienda.

Le potenzialità della soluzione sono enormi.

Lo sottolinea Degli Esposti, che dice: “Pensare ad un singolo prodotto in ambito voice e ambienti intelligenti è limitante. Bisogna pensare agli smart building come a vere e proprie piattaforme, che riescono a far dialogare sensori, macchine, dati ed utenti”.

Conclusioni

Quella fra Siemens e IOOOTA Srl è sicuramente una unione virtuosa. Una collaborazione pronta ad affrontare le sfide di un settore in velocissimo cambiamento.

La corporate di origini tedesche infatti, ha scelto di presidiare un segmento di mercato strategico e di farlo nel più breve tempo possibile, avvalendosi di una startup.

Proprio in quest’ottica ha scelto di applicare, con successo, il modello di Open Innovation R&D Intercompany.

La grande incognita, a questo punto, diventa la reazione del mercato.

Come sarà accolta la nuova piattaforma Siemens?

Il possibile prossimo passo potrebbe essere quello di testare il mercato in profondità, cercando di capire quali possono essere gli early adopter di queste nuove soluzioni.

Siemens potrebbe scegliere di utilizzare di nuovo l’open innovation, questa volta per accelerare la raccolta di nuovi insight da parte dei clienti.

Dopotutto, per dirla come Steve Blank - uno degli ispiratori del movimento Lean Startup - il momento migliore in cui è opportuno “get out of the building” and  “listen the market” è “il prima possibile”.

Sul tema, e con questo chiudiamo, Pagani ha le idee chiare.

Sorridendo, ci dice: “Siamo Siemens. Ogni volta in cui è possibile farlo, preferiamo lavorare in modalità Lean. Fa parte del nostro DNA aziendale”.